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fatti, il giallo non aveva il potere di "allontanare", e quello verde non aveva
il potere di "ricondurre a casa". Entrambi erano fatti con materiale pro-
veniente dalla foresta: il materiale degli anelli gialli aveva il potere di ri-
condurre alla foresta perché era una sostanza che aspirava a tornare nel
luogo di origine, a casa insomma. Al contrario, il materiale degli anelli
verdi voleva allontanarsene. Per questo gli anelli verdi avevano il potere di
portare fuori dalla foresta chiunque li indossasse, per guidarlo verso un al-
tro mondo. Zio Andrew lavorava con oggetti che in realtà non conosceva,
come quasi tutti i maghi. Per quanto riguarda Digory, anche lui non ebbe
subito chiaro il meccanismo; ma i due ragazzi, dopo aver molto discusso,
decisero di infilare al dito l'anello verde e di saltare nel nuovo stagno, giu-
sto per vedere cosa sarebbe successo.
 Sono pronta, se tu sei pronto  disse Polly. Non aveva paura perché,
nel profondo del suo cuore, era sicura che nessuno degli anelli avrebbe
funzionato in un altro stagno, e quindi non c'era nulla da temere, eccetto un
altro tonfo. E forse anche Digory la pensava come lei. Comunque, subito
dopo aver infilato gli anelli verdi, raggiunsero lo stagno e, mano nella ma-
no, contarono:  Uno, due, tre, via!  Stavolta, però, in tono molto meno
solenne e cerimonioso.
4
La campana e il martello
Magia. Quella era la chiave di tutto. Stavolta Polly e Digory non ebbero
alcun dubbio mentre scendevano sempre più giù, avvolti dalle tenebre
prima e sfiorando poi una massa di ombre dai contorni vaghi e informi che
avrebbero potuto essere tutto e nulla. La luce si fece più forte. All'improv-
viso si accorsero di essere in piedi su qualcosa di solido. Un momento più
tardi tutto divenne più nitido e finalmente riuscirono a vedersi.
 Che strano posto  disse Digory.
 Non mi piace per niente  aggiunse Polly, scuotendo la testa.
La prima cosa che notarono fu la luce. Non assomigliava alla luce del
sole e neppure a quella delle lampade a olio o delle candele. Non assomi-
gliava a nessuna luce che conoscessero. Era smorta, quasi rossastra, per
nulla calda e accogliente: ed era fissa, senza oscillazioni. Polly e Digory
stavano in piedi, su una superficie piatta e pavimentata. Si trovavano in
una sorta di cortile e intorno a loro sorgeva un palazzo.
Il cielo era straordinariamente scuro, di un blu molto simile al nero. Alla
vista di un cielo simile si era portati a domandarsi se la luce esistesse dav-
vero.
 Mmm, davvero un tempo strano, da queste parti. Potrebbe scatenarsi
un temporale o magari assisteremo a un'eclisse.
 Questo posto non mi piace  ribadì Polly.
Parlavano tutti e due a bassa voce, senza rendersene conto. E continua-
vano a tenersi per mano, sebbene non ce ne fosse più bisogno, visto che
ormai erano arrivati a destinazione.
Il cortile che li ospitava era circondato da muri altissimi in cui si apriva-
no molte grandi finestre prive di vetri, attraverso le quali non si distingue-
va nient'altro che l'oscurità. In basso si vedevano ampie arcate spalancate
sul buio più totale, simili all'imbocco delle gallerie percorse dai treni. Fa-
ceva piuttosto freddo.
L'edificio sembrava di pietra vagamente rossastra, ma forse era solo un
effetto ottico dovuto alla luce così strana. Comunque, doveva essere anti-
chissimo: molte delle lastre che pavimentavano il cortile erano spezzate e
tutte erano sconnesse, con gli angoli vistosamente corrosi. Uno dei grandi
portali ad arco era ingombro di macerie.
I bambini si guardarono intorno continuando a girare su se stessi, per
paura che qualcuno, dalle finestre, li spiasse mentre erano voltati di schie-
na.
 Credi che ci abiti qualcuno?  chiese Digory, con un sussurro.
 No, non credo. È tutto in rovina, e poi da quando siamo arrivati non
abbiamo sentito neanche un rumore.
 Stiamo fermi e in silenzio per un po'  suggerì Digory.
Rimasero fermi e in silenzio, ma tutto quello che poterono sentire fu il
battito dei loro cuori. Quel posto era ancora più silenzioso della Foresta di
Mezzo, anche se si trattava di una quiete diversa, come osservarono poi. Il
silenzio della foresta era intenso, caldo, accogliente (ricordate? Si poteva-
no sentire gli alberi mentre crescevano). Era un silenzio pieno di vita, ecco
tutto.
Questo, al contrario, era un silenzio vuoto e gelido come la morte, e la [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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