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porta un bel nulla). E poi, o soprattutto, attraverso
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l'indegno nipote di Vittorio Emanuele II cioè Vit-
quella Democrazia Cristiana che caduto il fasci-
torio Emanuele III. Il re nano, nano nel corpo e
smo prese in mano l'Italia e la tenne in pugno per
nell'anima, che il 30 ottobre 1922 ossia dopo la
quarant'anni. Era un partito popolare, populista
Marcia su Roma incaricò Mussolini di formare il
e popolare, il partito democristiano. Quanto al
governo. Gli regalò il paese.
partito liberale, nel dopoguerra era ormai un fan-
Morì senza lasciar rimpianti, l'ex-glorio-
tasma e basta. Un club di sconfitti che avrebbero
sa signora che aveva guidato il Risorgimento e le
potuto riunirsi, dicevano i loro oppositori, in una
Guerre d'Indipendenza. Che ci aveva dato le Co-
cabina telefonica. Ed oggi la parola Destra suona
stituzioni e i Parlamenti e la democrazia e il suf-
come una parolaccia. Una specie di bestemmia,
Morì come una mondana da
fragio universale.
di insulto, che lo stesso Cavaliere pronuncia con
strapazzo. Disonorata, disprezzata, dimentica
parsimonia e cautela. Infatti la riscatta sempre
delle nobili cose che ci aveva insegnato. E non ri-
col rassicurante termine Centro, lo stesso dietro
nacque mai più. Infatti Mussolini non era un uo-
il
quale anche la Sinistra si ripara senza pudore, e
mo di Destra. Veniva dal partito socialista, dalla
appena può cita De Gasperi o don Sturzo. (Una
Settimana Rossa. Era stato in carcere con Nenni,
volta, è vero, citò Luigi Einaudi. Cosa che mi di-
elogiato la presa del Pa-
aveva diretto l'Avanti!,
spiacque molto per Einaudi. Un'altra volta citò
lais d'Hiver, ammirato Lenin e Trotzkij. Il suo
addirittura Carlo Rosselli. Cosa per cui volevo
Partito Nazional Fascista non era un partito di
cavargli gli occhi. Però di solito preferisce i de-
destra. Come il Partito Nazional Socialista di Hi-
mocristiani).
tler era o voleva essere o diceva d'essere un parti-
Ergo dimmi: chi è di Destra, oggi, in Ita-
to rivoluzionario. Le sue Camiciacce Nere non
lia? Chi usa a cuor leggero la parola che suona
erano aristocratici alla Federico Confalonieri o
come una parolaccia, una bestemmia, un insulto?
alla Massimo d'Azeglío o alla Cavour. Erano pro-
Chi si identifica con la già gloriosa signora morta
letari e borghesi, sovversivi nati dalla Sinistra be-
disonorata, disprezzata, dimentica delle nobili
cera e violenta che è sempre stata la rovina d'Ita-
cose che ci aveva insegnato? Non certo quelli che
lia. (Non a caso sono stati versati fiumi d'inchio-
chiamano il loro partito Alleanza Nazionale: sto-
stro sulle rosse radici del fascismo, sulla natura
ricamente e ideologicamente, avanzi d'un Msi
rossa del fascismo). E tantomeno era di destra
che a sua volta era un avanzo della mussoliniana
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Repubblica Sociale. Quindi interpreti d'una De-
Fine della prima messa a punto. E pas-
siamo alla seconda.
stra che dalla Sinistra si distingue proprio per ciò
che negli stadi distingue una squadra di calcio
dalla squadra di calcio avversaria: il colore delle
magliette e delle mutande, il modo di giocare, il
numero dei gol. E per capirlo basta rilegger l'ar-
ticolo che il 17 giugno 1944 (cinquantasei gior- Chi non c'è non comanda. Ergo, chi co-
ni prima che gli Alleati liberassero Firenze) ap-
manda in Italia non è la Destra. È la Sinistra. In
la rivista che i repubbli-
su Italia e Civiltà, tutte le sue forme e colori e travestimenti e com-
parve
chini di Salò stampavano in Toscana. Un artico- promessi storici e alleanze note o clandestine.
lo che diceva: «Sappiano, Roosevelt e Churchill
Perché, col governo o senza governo, con l'olio
e i loro compari, che i fascisti più consapevoli di ricino o col terrorismo intellettuale, da noi la
hanno sempre riconosciuto nel comunismo la
Sinistra comanda da almeno ottant'anni. Cioè da
sola forza viva e contraria alla propria. Il vero quando Mussolini andò al potere esibendo il frac
nemico essi lo hanno sempre individuato, più
e la bombetta. E perché, caduto lui, s'avverò in
che nella Russia, nella plutocratica Inghilterra e
pieno ciò che l'anonimo repubblichino aveva an-
nella plutocratica America. I fascisti hanno nunciato il 17 giugno 1944 sulla rivista
Italia e Ci-
viltà. I
sempre discordato su vari punti del comuni-
fascisti neri s'accorsero d'essere sempre
smo, sì, ma anche concordato su molti altri. E stati fascisti rossi, i fascisti rossi capirono d'essere
precisamente su ciò che gli uni e gli altri non vo- sempre stati fascisti neri, e il loro oscuro legame
gliono: la vecchia società liberale, borghese, ca-
riprese come se non fosse successo nulla di quel
pitalistica». E poi: «Sappiano dunque i Roose- che era successo: due decenni di dittatura, una
velt e i Churchill e i loro compari che, ove la vit-
guerra mondiale, una guerra civile, un paese se-
toria non toccasse al Tripartito, la maggior par- midistrutto, centinaia di migliaia di morti. Me-
te dei fascisti veri e scampati al flagello passe-
glio: riprese come se si fosse trattato d'un litigio
rebbero al comunismo. In esso farebbero bloc- tra amanti, d'un malinteso in famiglia.
co, e allora sarebbe varcato il fosso che oggi se-
E tale era stato, ahimè. Fuorché in po-
para le due rivoluzioni». chissima casi. Non per nulla vi sono momenti in
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