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E lasciate ch agli altri il pensier tocchi: 189
Ché la tela ordisce un, l altro la tesse.
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Letteratura italiana Einaudi
Francesco Berni - Capitoli e sonetti burleschi
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lettera a uno amico
Questa per avvisarvi, Baccio mio,
Se voi andate alla prefata Nizza,
Che, con vostra licenza, vengo anch io. 3
La mi fece venir da prima stizza,
Parendomi una cosa impertinente;
Or pur la fantasia mi vi si rizza, 6
E mi risolvo meco finalmente
Che posso e debbo anch io capocchio andare
Dove va tanta e sì leggiadra gente. 9
So che cosa è galea, che cosa è mare;
So ch e pidocchi, le cimici e  l puzzo
M hanno la curatella a sgangherare; 12
Perch io non ho lo stomaco di struzzo,
Ma di grillo, di mosca e di farfalla:
Non ha  l mondo il più ladro stomacuzzo. 15
Lasso! che pur pensavo di scampalla,
E ne feci ogni sforzo coll amico,
Messivi  l capo e l una e l altra spalla; 18
Con questo virtüoso putto, dico,
Che sto con lui come dire a credenza,
Mangio il suo pane e non me l affatico. 21
Volevo far che mi desse licenza,
Lasciandomi per bestia a casa; ed egli
Mi smentì per la gola in mia presenza, 24
E disse:  Pigliati un dei miei cappegli;
Mettiti una casacca alla turchesca,
Co botton fino in terra e con gli ucchiegli . 27
Io che son più caduco ch una pèsca,
Più tenero di schiena assai ch un gallo,
Son del fuoco d amor stoppino ed esca, 30
Risposi a lui:  Sonate pur, ch io ballo:
Se non basta ire a Nizza, andiamo a Nisa,
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Francesco Berni - Capitoli e sonetti burleschi
Dove fu Bacco su tigri a cavallo . 33
Faremo insieme una bella divisa,
E ce ne andrem cantando come pazzi
Per la riviera di Siena e di Pisa. 36
Io mi propongo fra gli altri sollazzi
Uno sfoggiato, che sarete voi,
Col quale è forza ch a Nizza si sguazzi. 39
Voi conoscete gli asini da buoi;
Sète là moncugino e monsignore,
E converrà che raccogliate noi. 42
Alla fé, Baccio, che  l vostro favore
Mi fa in gran parte piacer questa gita,
Perché già fuste in Francia imbasciadore! 45
Un altra cosa ancor forte m invita,
Ch i ho sentito dir che v è la peste,
E questa è quella che mi dà la vita. 48
Io vi voglio ir, s io dovess irvi in ceste:
Credo sappiate quant ella mi piaccia,
Se quel ch io scrissi già di lei leggeste. 51
Qui ognun si provvede e si procaccia
Le cose necessarie alla galea,
Pensando che doman vela si faccia; 54
Ma  l sollion s ha messo la giornea,
E par che gli osti l abbin salariato
A sciugar bocche perché  l vin si bea: 57
Vo dir che tutto agosto fia passato
Inanzi forse che noi c imbarchiamo,
Se  l mondo in tutto non è spiritato. 60
E s egli è anche, adesso adesso andiamo;
Andiam, di grazia, adesso adesso via;
Di grazia, questa voglia ci caviamo: 63
Ch io spero nella Vergine Maria,
Se Barbarossa non è un babbuasso,
Che ci porterà tutti in Barberia. 66
O che ladro piacer, che dolce spasso,
Vedere a remi, vestito di sacco,
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Francesco Berni - Capitoli e sonetti burleschi
Un qualche abbate e qualche prete grasso! 69
Crediate che guarrebbe dello stracco,
Dello svogliato, e di mill altri mali:
Certo fu galantuom quel Ghin di Tacco. 72
Io l ho già detto a parecchi uficiali
E prelati miei amici:  Abbiate cura,
Che  n quei paesi là si fa co pali . 75
Et essi a me:  Noi non abbiam paura;
Se no ci è fatto altro mal che cotesto,
Lo torrem per guadagno e per ventura; 78
Anzi, per un piacer simile a questo
Andremo a posta fatta in Tremisenne:
Sì che quel s ha da far facciasi presto . 81
Mentre scrivevo questo, mi sovenne
Del Molza nostro, che mi disse un tratto
Un detto di costor molto solenne: 84
Fu un che disse:  Molza, io son sì matto
Che vorrei trasformarmi in una vigna,
Per aver pali e mutar ogni tratto . 87
Natura ad alcun mai non fu matrigna:
Guarda quel ch Aristotel ne Problemi
Scrive di questa cosa, e parte ghigna. 90
Rispose il Molza:  Dunque mano ai remi;
Ognun si metta dietro un buon timone,
E andiam via; ch anch io trovar vorre mi 93
A così glorïosa impalazione .
Post scritta. Io ho saputo che voi sète
Col cardinal Salviati a Passignano,
E indi al Pin con esso andar volete. 97
Hammelo detto, e non vi paia strano,
Messer Pier Carnesecchi segretario,
Che sa le cose e non le dice invano. 100
Io n ho martello, e parmi necessario,
Per la dolce memoria di quel giorno
Che fra me stesso fa tanto divario. 103
Col desiderio a quel paese torno
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Francesco Berni - Capitoli e sonetti burleschi
Dove facemmo tante fanciullezze
Nel fior degli anni più fresco e addorno. 106
Vostra madre mi fe tante carezze!
O che luogo da monachi è quel Pino,
Idest da genti agiate e male avvezze! 109
Arete lì quel Cardinal divino,
Al qual vo ben, non come a cardinale,
Né perch abbia il roccetto o  l capuccino, 112
Che gli vorrei per quel più tosto male,
Ma perch io intendo ch egli ha discrezione,
E fa de virtüosi capitale. 115
Seco il Fondulo sarà di ragione, [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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