[ Pobierz całość w formacie PDF ]

Sono alcuni che a loro similitudine si fanno fare ista-
tue e teste, di marmo e di finissime priete, e non si isfor-
zano essere simili a quelle, duri e fermi e saldi, cioè nelle
virtù.
Quando il sole si lieva pensa a fatti tuoi e quando si
ripone pensa al tuo mangiare; quando fai i fatti d altri fa
che i tuoi non ti iscordino.
La prestezza e ira sono contradie al buono consiglio.
El buono parlare è principio d amicizia; el male parla-
re è principio d inimicizia.
Tardi s acquista l amico e presto si perde.
Con li amici parla poco e l amicizia abbi larga.
Ciò che tu odi, in te sia secreto.
Chi domanda lo impossibile, a se medesimo se lo nie-
ga.
Rallegrati più de benifici dati che de riceùti.
Il buono uomo sa patire la ingiuria, ma non la sa fare
ad altri.
Se istessi in dubbio di quello avessi a fare di male o di
bene, lascialo istare e non lo fare.
Letteratura italiana Einaudi 248
Motti e Facezie del Piovano Arlotto
Chi vòle pace non ragioni di guerra.
Meglio è guardare sé che avere paura.
Brutta povertà è quella che procede da vizii.
Chi vòle prestare a usura, sanza peccato facci masseri-
zia, i non dico con miseria.
Usa in modo il tuo che non abbi bisogno d altri.
Guardati che per appetire quello d altri non perda il
tuo.
Meglio è a diventare rosso che avere paura.
Chi veglia e fugge l ozio cerca la virtude.
Seguita l arte onesta che hai imparata; più presto lo
 ncarico nelle cose tue che in quelle d altri.
Più grave è lo affanno dove non conseguita utilità.
Abbi modo nel conservare danari e roba come nello
acquistare.
Correggi i tuoi figliuoli sanza ira. Lo umile e modesto
figliuolo non ripúta grave il comandamento del padre.
Brutta cosa è il peccatore, ma più brutta cosa è il
presseverare nel peccato.
Colui s adira gravemente che il suo male attribuisce a
Dio.
L uomo si può ingannare per fama, ma non per co-
scienzia.
Letteratura italiana Einaudi 249
Motti e Facezie del Piovano Arlotto
La felicità è sempre sottoposta alla avversità.
Rare volte i danni vengono che non proceda da abon-
danzia o da superfluità.
Essamina bene quello che hai a fare, pruova quello
che tu sai e quello che credi.
Non ti fidare, ma aiutati con difensione giusta e sem-
pre vincerai.
Non ti lasciare ingannare alla cupidità.
Quello che tu prometti, attendilo.
Colui di chi è detto bene è signore del popolo.
Doppiamente pecca chi non si vergogna del peccato.
Favella con li uomini tristi di quello che è loro grato,
ma non fare però se non quello che si debba di bene.
Onora l amico in presenzia e lodalo in absenzia.
Non vituperare mai né amico né nimico.
Domandi invano aiuto da colui che meriti pena.
Da altri aspetta quello che tu hai fatto ad altri.
Piccola loda è avere vittoria sanza nimico.
Pensa sempre gli orecchi del popolo e gli occhi essere
cattivi.
Letteratura italiana Einaudi 250
Motti e Facezie del Piovano Arlotto
192
[Domandato el Piovano a certo proposito in qual cittade fussi
buono dimorare].
Diceva non si dovere abitare in quelle città o luoghi
dove le spese avanzano i guadagni e dove li uomini pos-
sono più che le leggi.
193
[Astuzia naturale del Piovano verso uno contadino che lo ri-
chiedeva di grano].
Viene uno contadino e dice al Piovano:
 Io vorrei mi prestassi uno sacco di grano.
Rispose il Piovano:
 Volentieri; piglia il sacco e va su in quello canto del-
la sala donde lo levasti anno e to telo.
Va il contadino e dice:
 Io ho cerco in ogni loco e dove anno, e non vi truo-
vo né grano né biada.
Rispose il Piovano:
 Non vi è egli quello ti prestai anno?
Disse il contadino:
 Messer no.
Dice il Piovano:
 Dunque non me lo rendesti tu anno? Se me lo aves-
si renduto te lo potevo prestare.
Vergognatosi il contadino e ricognosciuto la sua in-
gratitudine, se ne andò sanza grano; e a quella ricolta se-
guente gli rendé il grano dello anno passato.
194
[La pace fra il papa e i fiorentini].
Dice uno al Piovano Arlotto:
Letteratura italiana Einaudi 251
Motti e Facezie del Piovano Arlotto
 La pace è fatta tra il papa e noi.
Risponde il Piovano e dice:
 E non può essere.
Scandolezzatosi quello amico, il quale pure affermava
essere vero, disse:
 Io vengo ora di mercato, e voglio ispendere soldi
.10. di quattrini papali: sonmi ricusati.
Risposi:
«Come non ricognoscete voi lo errore vostro a rifiuta-
re la moneta del Santo Padre?».
Sì che per questa ragione io dico non essere vero; e
non può essere, poiché la sua moneta non ci si ispende  .
195
[Vendetta piacevole fatta dal Piovano verso di certi che lo
esclusono da uno desinare].
Alcuni cittadini, uomini dabbene, andorono a vedere
il Piovano, e al suo modo usato fece loro onore.
E in sul desinare il Piovano andò lì in vicinanza; e tar-
dato alquanto, non ebboro pazienzia, e serrato il Piova-
no di fuori di casa, mangiorono la sua parte e la loro. E
poi aperto l uscio, e il Piovano si rise di tutto e desinò
pane e cacio.
E andato il Piovano in chiesa empié la pila d acqua
benedetta e d olio; e venuti poi tutti in chiesa cantò uno
salmo ringraziando Iddio, e dato a coloro della acqua
santa acconciò loro i vestimenti come si voleva o doveva,
loro ridendosi della natta avevano fatta al Piovano: né
mai s acorsono dell olio avevano in sulli mantelli insino
all altro dì.
E vedendosi poi i panni guasti, s arrecorono a pazien-
zia e giudicorono loro medesimi era istato fatto loro il
dovere, avendo fatto quella villania a lui di farlo digiuna-
re fuori di casa sua.
Letteratura italiana Einaudi 252
Motti e Facezie del Piovano Arlotto
196
[Astuzia del Piovano a fare restare la predica ad uno che non
sapeva restare].
Uno arioso frate predicava uno giorno in una chieset-
ta d uno prete suo amicissimo ed era entrato in uno far-
netico di pazzie; e peggio era che non ne sapeva uscire e,
fattoli molti cenni, non voleva iscendere di quello perga- [ Pobierz całość w formacie PDF ]

  • zanotowane.pl
  • doc.pisz.pl
  • pdf.pisz.pl
  • gim1chojnice.keep.pl